I MIEI PRATI FIORITI

di Ciro Bevilacqua

Di quando in quando guardo indietro

e vedo un sentiero affollato di ricordi.

Braccia stanche sui banconi umidi,

intente a tirar di pelli, dopo la sciacquata.

Volti scuri e corrucciati di uomini duri

che non sanno pregare, si spostano ora a destra,

ora a manca – alla luce fioca d’una lambada –

nel seguir la lena, mostrando solchi

sulla vaghezza ormai sfiorita.

Anche mia madre fa parte della schiera.

Ce n’è qualcuno che non vedo,

ma che ritorna, ogni tanto,

a rammentarmi la solitudine

di tanti giorni passati aspettando…

Torno sempre più spesso

nella fabbrica dei sogni.

Chiudo gli occhi e le giornate serene

mi vengono incontro con tutto il tripudio

dei miei prati fioriti.

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