BRULICA Brulica Come miriadi di parole In ogni dove evase Solo a stento carpite Sotto un faro L’imminente sensazione Del confuso Goccia Terra Raggio Riflesso Pioggia di cera Cementifica Geometrie di scrosci Sul cartone PIOGGIA Brulica Sotto un faro Pioggia di cera Solo a stento carpite Goccia Terra Raggio Riflesso Sul cartone Come miriadi di parole In ogni dove evase L’imminente sensazione Del confuso Cementifica Geometrie di scrosci | GIROTONDI Il giro della notte Questa notte Immobilizza i suoni Nitrati dai polmoni Ansie Come chiodi Mi Fissano a impianti Sottili Costringono alle fiamme Respiri Sostanze Profili In contingenze uggiose Di finzioni parallele |
poesia
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rimbombano i volti
nel trasfigurarsi crepuscolare
migrazioni quotidiane
tra metastasi di suoni-fumo
per le proprie briciole
quotidiane
s’accartoccia il freddo
intorno le pietre familiari
bulimico scorazzare
di doveri orari
predicatori muti
ma appaiono dolcezze strane
scompaiono mestizie irregolari
gli occhi di una donna
il mio milleunesimo sogno
giacimenti di menzogne
pozze di anime rarefatte
i miei sguardi in novembre
gracchiano contro obelischi urbani
la fretta incornicia tele d’amaro
parlare detestabile e convulso
della nuova intellettuapolide
disturbano le blandezze
lancinanti fischi a vuoto
come frecce poco efficenti
soffro ancora d’un sapore
soffro ora d’un perpetuo
stillicidio lento di missioni da compiere
…
detriti olfattivi
avvolgono
rapsodiche malinconie mnemoniche
convincono i rami
protestano
rispondono al fischio del vento
nel buio delle campane a volte odo cospirazioni stellari
le torri ancora sputano
e la terra torrida accoglie
lamenti gocce di piombo
degli alberi di pesco
solo il nome
forse il ricordo di un colore
senso di colpa:
grave ancora grave
l´autunno sotto le mie ferme mani
MALEDETTO
correndo ancora sui carboni ardenti delle mie notti infami rovisto nel mio cranio sigillato sciacallaggio di ricordi son’ morti convulsioni acerbe e pallide | di cuori dimenticati un grido come arido paesaggio cerco ancora un orizzonte asimmetrico rumore e fame ulcere contorte di mondi pianeggianti |
di marco luciano
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