UNA NOTTE
NELL’EPOCA DELLA TRASFORMAZIONE
di Gianluca Paletta
Continua a essere notte
Continuo a scrollarmi il buio dalla pelle
E dalle mani
C è un odore rancido che sale
Un vento che sbatte
Una puzza di merda che marcia infestandomi le tempie
È notte
O meglio una notte nell’epoca della trasformazione
Dove scrivere è avere l’immagine nelle orecchie
Immagine braccata dal cervello che notoriamente sgomita
con seni di soubrette e un culo di un porno
nel centro delle nostre terminazioni nervose
immagine ancora una volta braccata da me e
Dalla gente che vuole o non vuole il reale
Farmaco di terapia intensiva
°
La parola è un lontano romanticismo
e la fuga non è più una vicenda da treno merci
Ma un aspro rincorrermi dal piede calloso alle natiche dischiuse
Dal dente spigoloso che strappa all’occhio che
Mette in scena due personalità sovrapposte
Su questo si potrebbe scrivere una sceneggiatura universale
Delimitando il sogno a una voragine divisa
E ombrosa
Mescolando il buio celinniano
All’immagine dell’ Io-me su una sedia
Che muovo il braccio all’infinito
Che scruto tette e culi all’infinito
Che tremo all’infinito
Che siedo all’infinito
Aspettando che qualcuno venga
E prema il pulsante
Continua a essere notte
continuo a scrivere poesie
Continuo a scrivere storie
Di gente che parla
O che ha parlato
Che infila chiavi nelle serrature
Che sale e scende le scale
Piegandosi
Quando è stanca
Persone vittime di un percorso
Persone che spiano
Due volte il passo di una donna
Persone che guardano il metallo
E le sue forme invasive
persone che leggono
O che in passato hanno letto
poesie
lente e sotterranee
Nelle notti
Di una notte
Nell’epoca della trasformazione
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