In pubblico

di Fabio Rocco Oliva

Cascata, fiumana sgombra,

Non tornerò mai spremuto, se non soffoco

Davvero? Davvero zoppico!

Fili intrecciati in cadenza Insistente, l’offesa

D’istanze di morale conchiusa di morbidezza.

Per fare cosa si dovrebbe che cosa assistere? Volteggia un taciturno oblio

Oggi, che ho scelto un bel vestito di cotone e canapa che

non riesco a vedere e toccare. Dimenticando

Dove ero e come ero vestito Si manifesta palesandosi come

Il labirinto più folle una qualunque sembianza fagocitata

pubblicamente

Il deserto, di colui che alveava in un

peggioramento, irrisorio sogno d’afferrare e

non capisco se mi muovo. non distinguo se non me.

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